Il nome

Significato del nome "Shekinah"

“E il Verbo si fece carne
e pose la sua SHEKINAH (tenda) in mezzo a noi”
(Gv. 1,11-14)

“In Lui anche voi insieme con gli altri
venite edificati per diventare
SHEKINAH di Dio
per mezzo dello Spirito”
(Ef. 2,21-22)

La comunità trae il suo nome dalla Scrittura: Presenza, Dimora, Tenda, Tempio.

Per tutti i membri della CSDM questo significa riconoscere Gesù come il Signore e Salvatore della propria vita, accogliere il dono dello Spirito Santo perché distrugga gli idoli presenti e trasformi la propria vita in un “Tempio Santo” a gloria di Dio Padre. Tutto questo ci porta ad essere dei “contemplativi nel mondo” e così essere parte viva del popolo di “Ricostruttori del Tempio Santo di Dio” trasformando le nostre case in Case di Preghiera (come ci ricorda Is. 56,7c: “il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli”) cosicché il “Roveto Ardente” del Vangelo nella potenza del Fuoco Santo (lo Spirito di Dio) illumini il mondo. 

La Comunità vuole essere un luogo in cui risplende la luce della Presenza di Dio (Shekinah) in mezzo agli uomini (Mt. 5,16) ed un aiuto a coloro che la incontrano, a vivere come dono la propria vita, nella prospettiva della Shekinah, in un cammino di conversione personale radicale (“Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” Dt. 6,4-5). 

Questa conversione diventa possibile solo se la persona è aiutata ad avere un incontro personale con l’amore di Dio (“Paziente e misericordioso è il Signore, lento all’ira e ricco di grazia, / Buono è il Signore verso tutti, / la sua tenerezza si espande su tutte le creature”. Sal.145), il quale rivela la sua vera Shekinah nel “Cuore Misericordioso” di Gesù (Gv. 19,31-37).     

Questa esperienza con l’Amore Misericordioso di Dio fa sì che noi prendiamo coscienza di essere parte del popolo di Dio e diamo la nostra collaborazione all’azione dello Spirito Santo, così che Lui possa ricostruire in noi il Tempio Santo di Dio. In questo modo, anche noi, come gli Apostoli e le prime Comunità Cristiane, possiamo collaborare con Lui per portare la potenza del Vangelo nel nostro ambiente di vita (“O Dio, mio re, voglio esaltarti / e benedire il tuo nome / in eterno e per sempre. […] Una generazione narra all’altra le tue opere, / annunzia le tue meraviglie. / Proclamano lo splendore della tua gloria / e raccontano i tuoi prodigi” Sal.145, 1-8).

BREVE EXCURSUS BIBLICO SUL TERMINE "SHEKINAH"

Significato del nome: Shekinah škynh (molte edizioni šykn’)

Škynh, (femm.) in it. può essere tradotto con: residenza reale, divina presenza percepibile o anche santa ispirazione. Come possiamo notare la polisemia del termine è davvero arricchente. 

Dalla radice ebr. Škn-dimorare-risiedere- dipende mškn,cioè tenda (della dimora del Nome di Yhwh, luogo della residenza divina) della testimonianza della presenza di Yhwh in mezzo al suo popolo, o Tenda dell’appuntamento con Yhwh. Percepita dagli israeliti come luogo della presenza del Dio vicino e santo, ovvero separato dalle realtà profane, è oggetto di santo timore da parte del popolo. Škynh è da intendersi anche come il segno visibile della presenza di Dio in modo specifico sull’Arca dell’Alleanza nel Santo dei Santi, della Tenda del Convegno o del I° Tempio di Gerusalemme. La Shekinah accompagnerà sempre il popolo ebraico nel suo cammino fino alla distruzione del Tempio nel 9 di Av del 586 a.C.

Nella LXX, Es 25,8: Mi facciano un santuario perché io mi mostri in mezzo a loro… il termine usato dai traduttori per rendere škynhè ophthēsomai   ( da oraō = osservare, vedere, percepire, avere esperienza, visitare, farsi vedere) e sottolinea in modo fortemente marcato la possibilità di avere una esperienza diretta, fisica, con il Signore d’Israele. Il fatto che Yhwh ponga un Luogo (Yhwh sarà chiamato anche ‘Luogo’ dalla pietas giudaica) ove Egli sia incontrabile e percepibile, indicherà, in futuro la Comunità Cristiana come il Nuovo Luogo nel quale l’esperienza con Dio, in Cristo, è ‘faccia a faccia’ed eminente rispetto a quella di Mosè.

Nell’era dei profeti, mškn assume una valenza universalistica: cf. Is54,2 «Allarga lo spazio della tua tenda, distendi i teli delle tue dimore senza risparmio! Allunga le tue corde, fissa bene i tuoi pioli…», mentre in Zc 2,14-5, ad es., s’intende l’abitazione stabile di Yhwh in mezzo al Suo popolo; stabile in quanto non più soggetta al peccato che è espiato per sempre e il luogo della residenza di Dio non sarà più contaminato dall’idolatria e dal peccato.

Il NT (Nuovo Testamento) trova nel cosiddetto ‘Prologo giovanneo’ un’ottima collocazione e reinterpretazione di škynh rendendola con eskēnōsen la cui traduzione migliore in italiano sarebbe: si attendò, ovvero pose la sua škynhfra gli uomini, nascendo carne, ovvero incarnandosi. La divina misericordia diventa ‘la porta’ per entrare in questa tenda, luogo comunione salvifica e definitiva con Dio che dimora stabilmente fra i Suoi figli.

Škynh è anche usato non solo nel TN"K (la Bibbia ebraica) ma anche nella letteratura giudaica post biblica, specialmente nel Talmud (p.es. Lev R. s.2- Yoma9b sq. etc.).

Walter Binni, biblista